La storia calcistica della mia città, Nola, è fatta di alti
e bassi. Tra categorie minori, campionati professionistici (C2, C1 – sfiorando negli
anni 90 anche la B) l’unica certezza è stato lo Stadio Comunale. Il “glorioso” Comunale,
chiamato anche “Piazza d’Armi” dove almeno tre generazioni sono cresciuto
tifando e appassionandosi ai colori bianconeri(tali sono quelli del Nola
Calcio).
Il “glorioso” Comunale di Nola: dalle stelle alle stalle
(nel vero senso della parola)
Orbene, tra il 2004 e il 2006, l’amministrazione comunale
dell’epoca (di destra, sindaco Napolitano – buonanima) decise di abbattere il
Comunale (vero monumento per dare spazio al maestoso Museo della Cartapesta,
grazie ad una serie di fondi europei per riqualificare l’area (riqualificare da
che? mi sto ancora domandando). Nola avrebbe avuto un nuovo stadio…
Il "glorioso" Comunale di Nola pochi giorni prima dell'abbattimento (parziale) [foto felicebianconero] |
Nasce il “gioiellino” Sporting Club
Nell’ex Rione Gescal vengono spese cifre intorno al milione
di euro per dare vita al nuovo impianto calcistico cittadino. Capienza
ridottissima rispetto al vecchio Comunale (si passa da 6000 posti a 1000 circa –
non tutti a sedere -da tre settori – Curva, Distinti e Tribuna coperta - a
mezzo – e pure scoperto ). Il bello però deve ancora venire. Eh già perché alle
prime partite “invernali” si scopre che qualcosa non funziona. Nel sistema di
drenaggio. Il manto in erba naturale (altra genialata, quando tutti vanno verso
il sintetico i nostri lungimiranti amministratori optano per il “naturale”) non
assorbe l’acqua e quando piove il campo si trasforma in una vera e propria
palude (più di una partita viene rinviata per questo motivo). Nel frattempo però,
anche i lavori del Museo della Cartapesta si interrompono: finiscono i fondi (nel
più classico stile sud-italiota è stato l’ennesimo magna magna). E resta una
gigantesca scultura scheletrica, inguardabile, che col tempo viene lasciata a
se stessa e diventa (lo è tutt’ora) un ricettacolo di immondizie e rifiuti. Sullo
sfondo la vecchia tribuna coperta del “glorioso” Comunale, rimasta lì a
ricordare i bei tempi andati.
Arriva la nuova amministrazione: per lo Sporting è la svolta
(più o meno)
Con l’avvento della nuova amministrazione comunale a Nola
qualcosa cambia. Il nuovo sindaco, Geremia Biancardi, prova, ad onor del vero,
a far qualcosa. Prima mossa: il manto sintetico. Che quanto meno rende
utilizzabile la struttura anche nella cattiva stagiona e soprattutto la rende
fruibile a tutti (Nola ha più di una squadra di calcio). I problemi però non
finiscono. La squadra torna in serie D e
i tifosi chiedono di ampliare la tribuna. Comincia l’iter per i lavori che
sarebbero dovuti durare qualche mese (ma che a ora sono ancora “in corso”). Di
fatto lo Sporting Nola, prima è costretta a cominciare il campionato in altri
lidi, poi, di giocare “realmente” in casa ma a porte chiuse. In totale, in
circa un decennio, sono stati spesi 2 milioni di euro (o giù di lì).
Uno spettacolo per pochi intimi…
Ad ora la struttura è ancora indisponibile. Le squadre
cittadine ci possono giocare ma a porte chiuse. E, stando a quanto si apprende
dai vari organi di informazione locale, lo sarà ancora per qualche tempo. Queste
le parole di Pasquale Petillo, consigliere del comune di Nola e collaboratore
dell’assessore ai lavori Pubblici De Lucia in merito alla vicenda (Fonte ilcazziblog.wordpress.com)
“Purtroppo i ritardi non dipendono
dall’ufficio tecnico (del Comune di Nola, ndr);
anzi l’ufficio ha sollecitato la ditta affidataria, Costruzioni Caccavale, più
volte a riprendere i lavori, minacciando anche la rescissione del contratto;
allo stato sembra che la ditta affidataria abbia dei problemi tecnici con la
ditta fornitrice; comunque ci stiamo attivando per la montatura del blocco dei
bagni prefabbricati per il settore ospiti, almeno questo consentirebbe in tempi
brevissimi di procedere ad un’agibilità parziale che permetterebbe allo
Sporting di giocare a porte aperte”. In poche parole il classico
scaricabarile. La colpa non è nostra (dell’Ufficio tecnico del Comune di Nola e
dell’amministrazione comunale) ma della ditta affidataria dei lavori, la quale,
a sua volta, gioca a scaricabarile con la ditta fornitrice. Anche in questo
caso classico giochetto usato in più di un caso (almeno per quanto ne sappia
giù al Sud) per far lievitare i costi e cercare di strappare qualche soldo in
più alle amministrazioni comunali.
L’unica certezza per ora è che, dopo quasi un decennio, una
città di quasi 60mila abitanti, è ancora alla ricerca di una struttura calcistica
decente. E fra pochi mesi ci saranno pure le elezioni. Sai quante risate…
Dulcis in fundo. Nella
struttura sportiva denominata Sporting Club vi è anche un campetto di calcio a
5 in erba sintetica (assai assai spelacchiato a dire il vero). Ebbene anche lì,
per un strano gioco del destino, la società Nola calcio a 5 non ha la
possibilità di “aprire” ai suoi tifosi. Pare non ci sia (anche in questo caso)
l’agibilità. Signori, siamo alle comiche…
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