venerdì 6 dicembre 2013

Il Porcellum, Mandela e il sorteggio dei mondiali



Dall’incostituzionalità del Porcellum, passando per la morte di Nelson Mandela arrivando al sorteggio dei mondiali. Il tutto in due giorni (anzi di meno). Notizie che hanno vita assai breve, che passano veloci nei commenti di quella grande piazza dei social network. L’incostituzionalità del Porcellum smuove le coscienze e fa gridare (virtualmente su social) allo scandalo e alla rivoluzione. Tutti a invocare un cambiamento, una svolta. L’indignazione di un popolo pronto finalmente a cambiare le cose. Almeno fino alla notte inoltrata. Quando arriva la triste notizia della morte di Nelson Mandela. E allora tutti a ricordare, citare, onorare. Tanta, tanta gente che si piange la buonanima di Mandela. E che poi sono gli stessi  che al primo semaforo digrignano “Questo nero di merda”. La commemorazione virtuale (con annessi propositi di rispettare i diversi) svaniscono stavolta in meno di 24 ore. Il tempo che dall’urna (maledetta) venisse fuori il nome dell’Uruguay. Mandela è già bello e dimenticato. E in tutti i cuori comincia a pulsare l’orgoglio pallonaro. Almeno fino al prossimo avvenimento (che con molta probabilità sarà l’imminente giornata di campionato). E così via, all’infinito. In un bailamme che ha l’unico effetto di anestetizzare le coscienze. Una sorta di vaccino che ci rende immuni da qualsiasi voglia concreta di cambiamento. Che ci fa urlare e protestare, sfogare contro le immondizie (cose immonde, sudicie, sordide, sozze) di ogni sorta in tempi brevi  ma che alla lunga ci fa accettare tutto e il contrario di tutto. Che ci commuove nel ricordo di un buono che scompare, nell’ammirare un gesto giusto o caritatevole, giusto il tempo per  sopire i nostri sensi di colpa. Un anestetico catartico che ha un solo scopo. Renderci immuni a qualunque cosa possa indurci al cambiamento reale. Nei fatti e nelle azioni. O quanto meno a pensare (o quanto meno a provarci) in maniera critica e soprattutto con la nostra testa (anche se questo è un’altra storia). A meno che non sia voluto da chi detiene il potere o i poteri (quello istituzionale, economico, politico etc. etc.).
"Balliamo tutti un turbinoso walzer… balliamo, balliamo, ci vogliono contenti e sorridenti" (cit.)


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