mercoledì 19 febbraio 2014

Impazzano gli all you can eat: come abbuffarsi in tempi di crisi

Pancia piena, cuore felice e tasche... un po’ meno vacanti. Spopolano i menù all you can eat (tradotto letteralmente in tutto ciò che riesci a mangiare), ovvero la possibilità di mangiare, a un menù fisso (il prezzo di solito non va oltre i 20 euro), tutto quello che si riesce. La “moda” è partita dal Giappone dove i sushi restaurant qualche tempo fa hanno lanciato l’idea, seguita da Usa ed Europa, tanto che oggi in ogni città italiana è quasi impossibile non trovare un locale sushi che non comprenda questo particolare tipo di proposta. Anche se è negli Stati Uniti che l’all you can eat è diventato parte delle abitudini alimentari di tantissimi americani. Per fare un esempio, al Dodger Stadium, stadio di baseball di Los Angeles, esiste uno specifico settore per gli appassionati del genere: l’All you can eat pavillion. Con il biglietto per questo settore sono compresi hot dog, bevande, panini e patatine fritte. Tutto no limits.
Anche in Italia la formula all you can eat è arrivata con il dilagare di sushi bar e ristoranti giapponesi, ma è bastato poco che anche altri tipi di locali si “adattassero” alla tendenza. E anche a Napoli sono davvero tante le proposte “no limits”. Tante le pizzerie che a cifre contenute offrono la formula “pizza non stop”, mentre più di un pub si cimenta con gli all you can eat menù di panini. Ultimamente non è raro trovare steak house che propongono grigliate senza fine, e qualche ristorante ha provato con la pasta. E, sempre sulla scia degli Stati Uniti, molti pongono come unica condizione dell’all you can eat (a parte il costo) l’obbligo di non lasciare nulla nel piatto, lanciando così una sorta di sfida al cliente. A prescindere dal cibo e da come questo tipo di menù viene proposto, si tratta senza dubbio un nuovo modo di proporre cibo ai tempi della crisi: costi abbastanza contenuti per il cliente (che alla fine è pure soddisfatto), locale quasi sempre pieno per il ristoratore.

(un mio articolo uscito sul settimanale on line MynapoliWeek)

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