mercoledì 9 aprile 2014

Lo stadio a Nola (tra gioielli, gioiellini e l’isola di Ischia)



Ho sperato, ho cercato di non vedere i tanti post su facebook, ho evitato sapientemente le millemila discussioni, ho chiuso gli occhi di fronte a certe foto. Ma tanto avete fatto, tanto avete sfruculiato la mazzarella che mi vedo costretto a scrivere (eh sì, ancora una volta… che in quasi dieci anni ho perso il conto) sulla questione stadio. Chiedo perdono a qualcuno a cui avevo promesso di non farlo più, ma non sono riuscito proprio a trattenermi. E vi giuro mi sto mordendo le mani da oggi pomeriggio… Mò se volete prendervela con qualcuno andate da due Felici (voi sapete chi siete) che in una discussione virtuale hanno dato origine a questo post… Ora vi aspetta la lettura di questo post che, ahimè è un po’ lunghetto, alla faccia dell’essenzialità della rete (e vi prego arrivate fino in fondo perché da Ischia….)

Le origini. Dalle stelle alle stalle. Nel senso letterale del termine. Dopo un iter alquanto complesso, ma stranamente rapidissimo, in poco più di due anni Nola perde (io dico che se lo sono venduto) un pezzo di storia. Prima cominciano con le torri faro. Vendute per cifre irrisorie (3000 euro o poco più, insomma un piatto di maccheroni) ma soprattutto illegittimamente. Dopo tanti anni ancora non si è capito (e onestamente non lo si capirà mai perché SONO SCOMPARSE LE CARTE o meglio LE HANNO FATTE SPARIRE) chi ha venduto questi riflettori e soprattutto chi ha incassato i soldi. Per la cronaca: i riflettori stanno a Pomigliano che l’amministrazione comunale ancora ringrazia (e secondo me ci piglia pure per il culo). Ma questo è solo l’inizio. Poco dopo l’avvio del procedimento per avere i fondi europei per il museo della cartapesta (o cittadella che dir si voglia) riprende vita pure il calcio a Nola grazie all’interessamento dell’amministrazione comunale che “sponsorizza” (capisc a mè) quello che nasce come Boys Nola e poi si trasforma in Atletico Nola. Nel primo campionato in Seconda categoria si spendono cifre da paura (intorno ai 60mila euro, cifra da capogiro per l’epoca) e, ad onor del vero, si vincono tutte le partite. Nel frattempo il Comunale chiude. L’unica voce di protesta (perché allora c’era solo lui) arriva dal blog Nolaforever. Onestamente qualche articolo lo scrivo pure io (su Il Roma) ma a entrambi non ci caca nessuno…

Il gioiellino. I nostri cari (e davvero bravi) amministratori non ci lasciano senza calcio e soprattutto senza stadio. Molti di quegli anni (che poi sono sei-sette anni fa) sono stati consiglieri e assessori con Biancardi e qualcosa mi dice che anche stavolta non sarà facile schiodarli dalla poltrona (anche se io, sognatore, un po’ ci credo). Comunque dato che per loro il cittadino (e in questo caso il tifoso e appassionato di calcio) viene RIGOROSAMENTE SEMPRE prima del loro interesse personale, ci regalano il GIOIELLINO SPORTING CLUB. Da un campo di patate (più che di calcio)cnel Rione Gescal riescono a tirar fuori un impianto che lo Juventus Stadium gli fa un baffo (e pure la barba, i capelli e lo shampo). Ma vi rendete conto di quanto cazzo è brava questa gente!!! Vengono spese cifre intorno al milione di euro per dare vita al nuovo e super splendidissimo  impianto calcistico cittadino (anche allora pubblicizzato dai mass media manco fosse il nuovo colosseo). Capienza ridottissima rispetto al vecchio Comunale (si passa da 6000 posti a 1000 circa – non tutti a sedere -da tre settori – Curva, Distinti e Tribuna coperta - a mezzo – e pure scoperto ). Ma attenzione, le sorprese non si fermano qua. Perché la bravura e la grande capacità dei nostri amministratori (quelli di ieri che poi sono pure quelli di oggi) non si ferma qua. Ecco un’idea da paura, a dir poco controtendenza e, oserei dire, RIVOLUZIONARIA. Il manto in erba naturale. Esatto. Non avete sbagliato a leggere. E’ proprio così. Quando in tutta Europa (e anzi nel mondo) si facevano i manti in sintetico a Nola investono sull’erba naturale. Avete visto che cazzo di geniacci che ci hanno amministrato (e continuano a farlo,perché per ¾ sono gli stessi di allora). Non solo. In inverno, con le prime piogge tutti si rendono conto che il “gioiellino” ha un problema. Non drena. Ma manco una goccia d’acqua. Che certe volte pare una palude (vi giuro solo chi ha visto può capire… per le foto chiedere a Gaetano Ruoppo che sicuro le ha ancora). Che forse pensate che qualcuno ha lucrato sui lavori? Ah, ah, ah birbantelli. Ancora una volta non avete capito una beneamata mazza. Questi grandi fottutissimi geni avevano pensato ad un impianto calcistico che si trasforma in piscina o anche in laghetto di pesca sportiva.  Nel frattempo i tifosi (e il blog Nolaforever) fanno il diavolo a quattro. E pure la società dello Sporting Nola gli dà una mano. Il pressing sull’amministrazione comunale è asfissiante (anche io gli do una mano da Il Roma e da Il Nolano, ma non si può paragonare a quello che hanno fatto loro). Nel frattempo cambia sindaco (arriva Geremia Biancardi) anche se l’amministrazione comunale non cambia poi tanto (per ¾ è la stessa). Il sindaco promette di risolvere la questione stadio. Prima mossa: il manto sintetico. Che quanto meno rende utilizzabile la struttura anche nella cattiva stagiona e soprattutto la rende fruibile a tutti (Nola ha più di una squadra di calcio). I problemi però non finiscono.  Costa ben oltre 500mila euro (di soldi pubblici attenzione). La ditta che vince la gara di appalto è di Castello di Cisterna (e UDITE UDITE fa infissi, porte e finistre e... GIURO NON E’ UNO SCHERZO). A dirigere i lavori vengono visti personaggi di Nola (vero felice Giannini, ti ricordi di chi stiamo parlando?). La squadra nel frattempo torna in serie D e i tifosi chiedono di ampliare la tribuna. Comincia l’iter per i lavori che sarebbero dovuti durare qualche mese,  ma che a ora sono ancora “in corso” anche se, GUADACASO, saranno ultimati prima delle elezioni. Però, ripeto, è solo una coincidenza, uno strano scherzo del destino (beffardo aggiungo io). Di fatto lo Sporting Nola, prima è costretta a cominciare il campionato in altri lidi, poi, di giocare “realmente” in casa ma a porte chiuse. In totale, in circa un decennio, sono stati spesi 2 milioni di euro (o giù di lì). I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto su un blog locale il primo cittadino di Nola, Geremia Biancardi paragona lo Sporting Club ad un gioiello. E' certo dico io. Napolitano parlava di gioiellino, ora si parla di gioiello. Giustamente non cambia l'amministrazione, non cambia neppure la retorica. O mi sbaglio.

Dal gioiellino al gioiello (chiuso al pubblico anche se ancora per poco). Ad ora la struttura è ancora indisponibile (anche se a breve ci sarà l’ennesima riapertura). Le squadre cittadine ci possono giocare ma a porte chiuse. Durante tutto l’anno lo Sporting ha supplicato, implorato,elemosinato la conclusione dei lavori. Ma che giochiamo a fare se nessuno ci può venire a vedere, si chiedevano a ripetizione i dirigenti dello Sporting Nola. La speranza è che si abbia la decenza quanto meno di non chiedere il voto (ma questi ci hanno la faccia come il c... verrebbe da chiedersi). Stando a quanto si apprendeva dai vari organi di informazione locale ci sono stati problemi tecnici. Queste le parole di Pasquale Petillo (rilasciate a metà Novembre 2013), consigliere del comune di Nola e collaboratore dell’assessore ai lavori Pubblici Enzo De Lucia in merito alla vicenda (Fonte ilcazziblog.wordpress.com) “Purtroppo i ritardi non dipendono dall’ufficio tecnico (del Comune di Nola, ndr); anzi l’ufficio ha sollecitato la ditta affidataria, Costruzioni Caccavale, più volte a riprendere i lavori, minacciando anche la rescissione del contratto; allo stato sembra che la ditta affidataria abbia dei problemi tecnici con la ditta fornitrice; comunque ci stiamo attivando per la montatura del blocco dei bagni prefabbricati per il settore ospiti, almeno questo consentirebbe in tempi brevissimi di procedere ad un’agibilità parziale che permetterebbe allo Sporting di giocare a porte aperte”. In poche parole il classico scaricabarile. La colpa non è mica nostra (dell’Ufficio tecnico del Comune di Nola e dell’amministrazione comunale) ma della ditta affidataria dei lavori, la quale, a sua volta, gioca a scaricabarile con la ditta fornitrice. Resto però basito quando poi vedo foto datate 31 marzo (mica novembre attenzione) con i lavori per la tribuna in pieno svolgimento… Vabbé, #macheciavetepresoperdeicoglioni…

Arrivano le elezioni. Uè, manco a farlo apposta i lavori si apprestano a terminare a meno di due mesi dalle elezioni (ma questo lo abbiamo detto già). E via con le foto celebrative (ma quanto siamo bravi, ma quanto siamo belli, ma quanto siamo fighi). Per una struttura PREFABBRICATA in ferro, che davvero ci volevano 100 anni per realizzare (basta vedere le foto in coda al post), loro ce ne hanno messo solo uno. CHAPEAU, siete tropp brav.. e bell. (che dite ce la facciamo una foto?). Intanto, per la cronaca, lo Sporting Nola ha finito il campionato. Senza giocare una gara a porte aperte (ma, come affermava Petillo, la colpa è dei cessi…). Evidentemente, sotto le elezioni, sono usciti pure i soldi per pagare la ditta Caccavale che doveva (forse) a sua volte pagare la ditta fornitrice. Alla fine però tutto è risolto. Per fortuna, se no sai che tristezza le elezioni senza stadio e tribuna. Un primato però nessuno ve lo potrà mai togliere. Ci avete messo un anno per costruire una tribuna (della serie a noi flash ci fa barba, capelli e shampo).

Forse non tutti sanno che… Nola e Ischia non hanno in comune solo l’esibizione di un giglio negli anni ’80. Il legame è forte tanto che intorno alla squadra isolana gravita l’imprenditore Punzo. Quello del Cis e di Vulcano Buono, proprio lui. Quello degli oneri di urbanizzazione. Insieme a lui l’imprenditore Carlino (una delle sue aziende ha sede legale a Nola, presso il Cis. Tanto che l’Ischia Calcio qualche anno fa ha fatto la presentazione ufficiale a Nola, vero Nicola Alfano). Ebbene questi hanno rilevato l’Ischia Calcio con la società Green Island (che attualmente detiene l'82% delle quote societarie) perché hanno un progetto. Un grande progetto: rifare la struttura dello stadio Mazzella, in maniera tale da ampliarne la capacità da 3000 a 8000 posti, rendendo tutta la struttura più confortevole e con servizi adeguati. Al livello stradale sorgerà un’area commerciale da 5000 metri quadrati, ai livelli superiori un bar ristorante da 300 posti, postazioni per le troupe televisive, uffici ed alloggiamenti per la scuola calcio, un centro fitness e benessere. Carlino, Celentano e altri imprenditori sposano la causa. Così come la famiglia Punzo e tutto lo stato maggiore del Cis di NOLA, mica di Ischia (a noi ci hanno lasciato solo “vasoli” e pure messi una mezza chiavica). Per la cronaca la squadra dell’Ischia milita in serie C2, in posizioni di alta classifica. L’obiettivo è la serie B (per info http://www.tifoischia.it/ischia-la-scalata-alla-b-parte-dallo-stadio/)...  Ma anche in questo caso la colpa sarà solo dei servizi igienici… Quali però decidetelo voi…

PS. La stesura di questo post è dedicata all’amico Felice Giannini ma anche a Felice Natalizio. Senza la vostra “discussione” di oggi su fb non avrei mai cominciato(e mi dovete un caffè che ho fatto mezzanotte a scrivere)

31 marzo 2014. Dopo quasi un anno la tribuna è praticamente ultimata. Giusto in tempo per le elezioni. Intanto lo Sporting Nola ha giocato un campionato intero a porte chiuse. Ma d'altronde allo stadio si vota mica si gioca a calcio....

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