Ho sperato, ho cercato di non vedere i tanti post su facebook,
ho evitato sapientemente le millemila discussioni, ho chiuso gli occhi di
fronte a certe foto. Ma tanto avete fatto, tanto avete sfruculiato la mazzarella
che mi vedo costretto a scrivere (eh sì, ancora una volta… che in quasi dieci
anni ho perso il conto) sulla questione stadio. Chiedo perdono a qualcuno a cui
avevo promesso di non farlo più, ma non sono riuscito proprio a trattenermi. E vi
giuro mi sto mordendo le mani da oggi pomeriggio… Mò se volete prendervela con
qualcuno andate da due Felici (voi sapete chi siete) che in una discussione
virtuale hanno dato origine a questo post… Ora vi aspetta la lettura di questo
post che, ahimè è un po’ lunghetto, alla faccia dell’essenzialità della rete (e
vi prego arrivate fino in fondo perché da Ischia….)
Le origini. Dalle
stelle alle stalle. Nel senso letterale del termine. Dopo un iter alquanto
complesso, ma stranamente rapidissimo, in poco più di due anni Nola perde (io
dico che se lo sono venduto) un pezzo di storia. Prima cominciano con le
torri faro. Vendute per cifre irrisorie (3000 euro o poco più, insomma
un piatto di maccheroni) ma soprattutto illegittimamente. Dopo tanti anni
ancora non si è capito (e onestamente non lo si capirà mai perché SONO
SCOMPARSE LE CARTE o meglio LE HANNO FATTE SPARIRE) chi ha venduto questi
riflettori e soprattutto chi ha incassato i soldi. Per la cronaca: i riflettori
stanno a Pomigliano che l’amministrazione comunale ancora ringrazia (e secondo
me ci piglia pure per il culo). Ma questo è solo l’inizio. Poco dopo l’avvio
del procedimento per avere i fondi europei per il museo della cartapesta (o
cittadella che dir si voglia) riprende vita pure il calcio a Nola grazie all’interessamento
dell’amministrazione comunale che “sponsorizza” (capisc a mè) quello che nasce
come Boys Nola e poi si trasforma in Atletico Nola. Nel primo campionato in
Seconda categoria si spendono cifre da paura (intorno ai 60mila euro, cifra da
capogiro per l’epoca) e, ad onor del vero, si vincono tutte le partite. Nel
frattempo il Comunale chiude. L’unica voce di protesta (perché allora c’era
solo lui) arriva dal blog Nolaforever. Onestamente qualche articolo lo scrivo
pure io (su Il Roma) ma a entrambi non ci caca nessuno…
Il gioiellino. I
nostri cari (e davvero bravi) amministratori non ci lasciano senza calcio e
soprattutto senza stadio. Molti di quegli anni (che poi sono sei-sette anni fa)
sono stati consiglieri e assessori con Biancardi e qualcosa mi dice che anche
stavolta non sarà facile schiodarli dalla poltrona (anche se io, sognatore, un
po’ ci credo). Comunque dato che per loro il cittadino (e in questo caso il
tifoso e appassionato di calcio) viene RIGOROSAMENTE SEMPRE prima del loro interesse personale, ci
regalano il GIOIELLINO SPORTING CLUB. Da un campo di patate (più che di calcio)cnel
Rione Gescal riescono a tirar fuori un impianto che lo Juventus Stadium gli fa un baffo
(e pure la barba, i capelli e lo shampo). Ma vi rendete conto di quanto cazzo è brava questa gente!!! Vengono spese cifre intorno al
milione di euro per dare vita al nuovo e super splendidissimo impianto calcistico cittadino (anche allora
pubblicizzato dai mass media manco fosse il nuovo colosseo). Capienza
ridottissima rispetto al vecchio Comunale (si passa da 6000 posti a 1000 circa
– non tutti a sedere -da tre settori – Curva, Distinti e Tribuna coperta - a
mezzo – e pure scoperto ). Ma attenzione, le sorprese non si fermano qua.
Perché la bravura e la grande capacità dei nostri amministratori (quelli di ieri che poi sono pure
quelli di oggi) non si ferma qua. Ecco un’idea da paura, a dir poco controtendenza e, oserei dire, RIVOLUZIONARIA. Il manto in erba naturale. Esatto. Non
avete sbagliato a leggere. E’ proprio così. Quando in tutta Europa (e anzi nel
mondo) si facevano i manti in sintetico a Nola investono sull’erba naturale.
Avete visto che cazzo di geniacci che ci hanno amministrato (e continuano a
farlo,perché per ¾ sono gli stessi di allora). Non solo. In inverno, con le prime
piogge tutti si rendono conto che il “gioiellino” ha un problema. Non drena. Ma
manco una goccia d’acqua. Che certe volte pare una palude (vi giuro solo chi ha
visto può capire… per le foto chiedere a Gaetano Ruoppo che sicuro le ha
ancora). Che forse pensate che qualcuno ha lucrato sui lavori? Ah, ah, ah
birbantelli. Ancora una volta non avete capito una beneamata mazza. Questi
grandi fottutissimi geni avevano pensato ad un impianto calcistico che si
trasforma in piscina o anche in laghetto di pesca sportiva. Nel frattempo i tifosi (e il blog Nolaforever)
fanno il diavolo a quattro. E pure la società dello Sporting Nola gli dà una
mano. Il pressing sull’amministrazione comunale è asfissiante (anche io gli do
una mano da Il Roma e da Il Nolano, ma non si può paragonare a quello che hanno
fatto loro). Nel frattempo cambia sindaco (arriva Geremia Biancardi) anche se l’amministrazione
comunale non cambia poi tanto (per ¾ è la stessa). Il sindaco promette di risolvere
la questione stadio. Prima mossa: il manto sintetico. Che quanto meno rende
utilizzabile la struttura anche nella cattiva stagiona e soprattutto la rende fruibile
a tutti (Nola ha più di una squadra di calcio). I problemi però non
finiscono. Costa ben oltre 500mila euro
(di soldi pubblici attenzione). La ditta che vince la gara di appalto è di
Castello di Cisterna (e UDITE UDITE fa infissi, porte e finistre e... GIURO NON E’
UNO SCHERZO). A dirigere i lavori vengono visti personaggi di Nola (vero felice
Giannini, ti ricordi di chi stiamo parlando?). La squadra nel frattempo torna
in serie D e i tifosi chiedono di ampliare la tribuna. Comincia l’iter per i
lavori che sarebbero dovuti durare qualche mese, ma che a ora sono ancora “in corso” anche se,
GUADACASO, saranno ultimati prima delle elezioni. Però, ripeto, è solo una
coincidenza, uno strano scherzo del destino (beffardo aggiungo io). Di fatto lo
Sporting Nola, prima è costretta a cominciare il campionato in altri lidi, poi,
di giocare “realmente” in casa ma a porte chiuse. In totale, in circa un
decennio, sono stati spesi 2 milioni di euro (o giù di lì). I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Ma soprattutto su un blog locale il primo cittadino di Nola, Geremia Biancardi paragona lo Sporting Club ad un gioiello. E' certo dico io. Napolitano parlava di gioiellino, ora si parla di gioiello. Giustamente non cambia l'amministrazione, non cambia neppure la retorica. O mi sbaglio.
Dal gioiellino al gioiello
(chiuso al pubblico anche se ancora per poco). Ad ora la struttura è ancora
indisponibile (anche se a breve ci sarà l’ennesima riapertura). Le squadre
cittadine ci possono giocare ma a porte chiuse. Durante tutto l’anno lo
Sporting ha supplicato, implorato,elemosinato la conclusione dei lavori. Ma che
giochiamo a fare se nessuno ci può venire a vedere, si chiedevano a ripetizione
i dirigenti dello Sporting Nola. La speranza è che si abbia la decenza quanto meno di non chiedere il voto (ma questi ci hanno la faccia come il c... verrebbe da chiedersi). Stando a quanto si apprendeva dai vari organi
di informazione locale ci sono stati problemi tecnici. Queste le parole di
Pasquale Petillo (rilasciate a metà Novembre 2013), consigliere del comune di
Nola e collaboratore dell’assessore ai lavori Pubblici Enzo De Lucia in merito alla
vicenda (Fonte ilcazziblog.wordpress.com) “Purtroppo i ritardi non dipendono dall’ufficio
tecnico (del Comune di Nola, ndr); anzi l’ufficio ha sollecitato la ditta
affidataria, Costruzioni Caccavale, più volte a riprendere i lavori,
minacciando anche la rescissione del contratto; allo stato sembra che la ditta
affidataria abbia dei problemi tecnici con la ditta fornitrice; comunque ci
stiamo attivando per la montatura del blocco dei bagni prefabbricati per il
settore ospiti, almeno questo consentirebbe in tempi brevissimi di procedere ad
un’agibilità parziale che permetterebbe allo Sporting di giocare a porte
aperte”. In poche parole il classico scaricabarile. La colpa non è mica nostra
(dell’Ufficio tecnico del Comune di Nola e dell’amministrazione comunale) ma
della ditta affidataria dei lavori, la quale, a sua volta, gioca a scaricabarile
con la ditta fornitrice. Resto però basito quando poi vedo foto datate 31 marzo
(mica novembre attenzione) con i lavori per la tribuna in pieno svolgimento…
Vabbé, #macheciavetepresoperdeicoglioni…
Arrivano le elezioni.
Uè, manco a farlo apposta i lavori si apprestano a terminare a meno di due mesi
dalle elezioni (ma questo lo abbiamo detto già). E via con le foto celebrative
(ma quanto siamo bravi, ma quanto siamo belli, ma quanto siamo fighi). Per una
struttura PREFABBRICATA in ferro, che davvero ci volevano 100 anni per realizzare (basta vedere le foto
in coda al post), loro ce ne hanno messo solo uno. CHAPEAU, siete tropp brav.. e bell. (che dite ce la facciamo una foto?). Intanto, per la cronaca, lo Sporting Nola ha finito il
campionato. Senza giocare una gara a porte aperte (ma, come affermava Petillo, la colpa è dei cessi…).
Evidentemente, sotto le elezioni, sono usciti pure i soldi per pagare la ditta Caccavale
che doveva (forse) a sua volte pagare la ditta fornitrice. Alla fine però tutto
è risolto. Per fortuna, se no sai che tristezza le elezioni senza stadio e
tribuna. Un primato però nessuno ve lo potrà mai togliere. Ci avete messo un
anno per costruire una tribuna (della serie a noi flash ci fa barba, capelli e
shampo).
Forse non tutti sanno
che… Nola e Ischia non hanno in comune solo l’esibizione di un giglio negli
anni ’80. Il legame è forte tanto che intorno alla squadra isolana gravita l’imprenditore
Punzo. Quello del Cis e di Vulcano Buono, proprio lui. Quello degli oneri di
urbanizzazione. Insieme a lui l’imprenditore Carlino (una delle sue aziende ha
sede legale a Nola, presso il Cis. Tanto che l’Ischia Calcio qualche anno fa ha fatto
la presentazione ufficiale a Nola, vero Nicola Alfano). Ebbene questi hanno
rilevato l’Ischia Calcio con la società Green Island (che attualmente detiene l'82% delle quote societarie) perché hanno un progetto.
Un grande progetto: rifare la struttura dello stadio Mazzella, in maniera tale
da ampliarne la capacità da 3000 a 8000 posti, rendendo tutta la struttura più
confortevole e con servizi adeguati. Al livello stradale sorgerà un’area
commerciale da 5000 metri quadrati, ai livelli superiori un bar ristorante da
300 posti, postazioni per le troupe televisive, uffici ed alloggiamenti per la
scuola calcio, un centro fitness e benessere. Carlino, Celentano e altri
imprenditori sposano la causa. Così come la famiglia Punzo e tutto lo stato
maggiore del Cis di NOLA, mica di Ischia (a noi ci hanno lasciato solo “vasoli”
e pure messi una mezza chiavica). Per la cronaca la squadra dell’Ischia milita in
serie C2, in posizioni di alta classifica. L’obiettivo è la serie B (per info http://www.tifoischia.it/ischia-la-scalata-alla-b-parte-dallo-stadio/)...
Ma anche in questo caso la colpa sarà
solo dei servizi igienici… Quali però decidetelo voi…
PS. La stesura di
questo post è dedicata all’amico Felice Giannini ma anche a Felice Natalizio.
Senza la vostra “discussione” di oggi su fb non avrei mai cominciato(e mi
dovete un caffè che ho fatto mezzanotte a scrivere)
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