martedì 10 giugno 2014

Ab urbe… Polvica (ovvero libertà è partecipazione)



Il ‘regno’ di Enzo De Lucia. E’ così che ‘noi del centro’ vediamo (oggi più che mai)  la frazione di Polvica. Un parte della nostra città che balza agli onori delle cronache (e degli interessi di tutti) ciclicamente ogni cinque anni (più o meno), ogni tornata elettorale. Una parte della città che in questi ultimi tempi si è trasformata in un piccolo gioiellino (termine forse eccessivo, ma tant’è), e a cui è stata concessa (perché di concessione si tratta) una seppur minima vivibilità (immaginate prima come stavano ‘inguaiati’). Per quanto mi riguarda, quasi mai sono stato a Polvica. Non conosco quasi nessuno di quella frazione (ad eccezione di Francesca a cui è ‘dedicato’ questo post). Mai nessun compagno di classe o di giochi, mai un conoscente, un amico. Ci sono ‘passato’ per questa campagna elettorale e, in tutta onestà, non mi sono sentito a Nola, non mi sono sentito nella mia città. E credo che ai tanti ai abitanti di Polvica nel venire al centro possa capitare un ‘sentire’ simile al mio solo che all’incontrario.
Polvica è infatti Nola solo sulla carta. Dista poco meno di una decina di chilometri dal centro e i collegamenti con questo sono davvero scarsi. I suoi abitanti fanno molto prima a ‘muoversi’ verso il casertano. ‘Abbandonati’ per numerosi decenni (leggete tutto il post e saprete perché) hanno giustamente perso ogni senso di appartenenza collettiva (almeno in gran parte) nolana.

Un cane che si morde la coda. A differenza che in centro, a Polvica, credo (è questo un mio pensiero) che con il tempo si sia persa anche qualsiasi tipo di ideologia o credo politico: ci si identifica in una persona, “rappresentante” della comunità a cui fare riferimento per ogni sorta di pubblico (ma anche personale) disagio, “portavoce”delle esigenze e delle problematiche collettive e comunitarie nei luoghi preposti (in consiglio comunale e in giunta). Nell’ordine, hanno “rappresentato” Polvica: Simone De Rosa (in consiglio dal 1970 al 1993), Arvonio (eletto per la prima volta nel 1980, ‘delfino’ di De Rosa) e infine da Enzo De Lucia (‘cresciuto’ con Arvonio da cui ha poi ricevuto il testimone). Grazie anche alla ‘complicità’ e ‘connivenza’ (mi si perdoni l’uso forse eccessivo, ma anche no, di questi termini) dell’amministrazione centrale (ma un po’ di tutte le forze politiche nolane) si è così radicato un sistema che tiene Polvica sempre più lontana da Nola. I cittadini si sentono giustamente ‘abbandonati’ e si affidano al “rappresentante” di turno. A sua volta per un terribile circolo vizioso (il più classico dei cani che si morde la coda), il partito ‘dominante’ a Nola centro (e di conseguenza i suoi rappresentanti come il sindaco e l’onorevole di turno) si affida al ‘rappresentante’ di Polvica per raccogliere una grande massa di voti, che sempre più fanno la differenza (vedi elezioni Biancardi bis). E Polvica viene identificata così, nell’immaginario collettivo nolano, come  un grande bacino di voti… e nulla più. Ed ecco spiegato il perché conviene un po’ a tutti che le cose restino come sono ora. Conviene che Polvica resti frazione ‘isolata’, distante, e che i suoi abitanti continuino a non sentirsi realmente ‘nolani’ (e che gli abitanti del centro non li sentano mai davvero concittadini). Ma la cosa più grave, secondo me, è che in questo sistema, il diritto alla normalità (e quindi alla vivibilità) degli abitanti di Polvica deve per forza passare per la mediazione di un loro rappresentante. In pratica o ti butti dalla finestra o ti mangi sta minestra. Nel frattempo le forze politiche cittadine (di ogni credo o colore) guardano, palesemente complici, dall’alto della loro centralità e sorridono sornione. E gli abitanti di Polvica sono ‘vittime’ di questo subdolo sistema, chi più chi meno (la maggioranza) consapevolmente. Anche perché alla fine non è che abbiano valide alternative di modelli…

E allora che si fa? Sicuramente ci vorranno gli anni per scardinare questo tipo di sistema consolidatosi nel corso di parecchi decenni, lavorando sodo sia al centro che a Polvica e attuando tutta una serie di politiche (esatto avete capito bene) per riportare al centro le periferie (e viceversa). Il sindaco, l’amministrazione comunale (maggioranza e opposizione), la giunta e i vari assessorati organizzino eventi ludici e non, culturali e ‘politici’ (quali ad esempio le sedute del consiglio comunale ma anche manifestazioni ufficiali) anche o solo nella frazione, lavorino per integrare le periferie con il centro e viceversa (soprattutto questa seconda ipotesi è quella che più mi sta a cuore). Le varie associazioni culturali (per fare un esempio concreto) organizzino le loro visite guidate (o i loro eventi o le loro attività) anche a Polvica e soprattutto mettano in condizioni (anche con l’aiuto dell’amministrazione tutta, maggioranza e opposizione) gli abitanti della frazione di partecipare (e soprattutto contribuire) a queste attività. I vari partiti politici diano ampio ascolto alle esigenze e alle problematiche delle periferie, magari con una presenza se non ‘fissa’ quantomeno reale e concreta sul territorio. Si potenzi il servizio di trasporti tra il centro e la periferia (o frazione) a costi praticamente zero, si coinvolgano i bambini delle scuole del centro e della periferia in manifestazioni comuni. Si dia vita insomma ad un progetto serio, concreto e a lungo termine per avvicinare quelle che, di fatto, restano due realtà distinte e separate. Ci si adoperi concretamente per colmare i quasi 10 km di distanza geografica e si crei, finalmente, un unico centro: la città di Nola.

PS. Piccolo nota. Il ‘discorso’ Polvica sarà da me approfondito con altri post. Invito chi vive là a dare il suo contributo. Francesca ora aspetto una tua risposta in merito…

PS 2 Aborro l’ipotesi di distacco ufficiale. Polvica deve cominciare a sentirsi Nola e i nolani devono cominciare a sentirsi un po’ polvicani (si dice così, spero di non aver sbagliato e, se l’ho fatto chiedo preventivamente scusa)

Polvica durante i festeggiamenti per San vincenzo (in quanti di voi sanno che è il 'patrono' della frazione?)

1 commento:

  1. Io Polvica la conosco un poco.. per vicende familiari (mia madre insegnava lì e mio padre, ingegnere, aveva lì diversi clienti). Confermo tutto quello che è scritto nel post di Cenzo. Faccio solo presente che è impossibile integrare due realtà che sono storicamente e culturalmente distanti anni luce. Tutte le iniziative che Cenzo propone sono certamente condivisibili in astratto ma, in concreto, le esigenze di un abitante di Polvica sono e saranno sempre differenti da quelle di un abitante di Nola. Allora, vanno benissimo iniziative che mirino all'integrazione ma diamo anche la possibilità che le specifiche esigenze degli abitanti della frazione vengano affrontate (e possibilmente risolte) dalle singole circoscrizioni. E' lo stesso concetto di una grande città. Io, ad esempio, vivo a Roma. Le esigenze di un abitante di Piazza Bologna sono diverse da quelle di un abitante di Tor Bella Monaca.. Qui i municipi (così si chiamano le nostre circoscrizioni) hanno molti più poteri. Mi rendo conto che Nola e Roma sono due realtà non paragonabili. Ma faccio presente che Polvica è una frazione sui generis...che necessità (direi per esigenze naturali) di autonomia.
    Cordiali saluti a tutti
    Aniello Abbate

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