lunedì 30 giugno 2014

Nola, i Gigli da riFONDARE (e l’esempio del Pomigliano Jazz Festival)


Mi sono bastati pochi giorni di ‘post festa dei gigli’ per farmi venire l’orticaria al solo sentir nominare ritardi, girate, sanzioni e vincitori… Dopo la ‘tempesta' poi, dal 'dagli alla Fondazione' si è passati (in gran parte) al ‘non è il momento di attaccarla’, e quindi tutta una serie di figuracce fatte sono tornate in fretta e furia nel dimenticatoio (io però aspetto ancora i VERBALI delle riunioni). Senza dimenticare l’organizzazione di un ‘giugno nolano’ da sagra di paese, frutto di una programmazione senza alcun criterio e nient’affatto lungimirante, in pratica atta solo a tappabuchi. Non serve a nulla organizzare eventi a cadenza quotidiana se la maggior parte di questi non sono altro che una serie di iniziative fini a se stesse, utili  solo a procurare un minimo di visibilità per l’associazione (sociale o culturale o sportiva, e chi più ne ha più ne metta) che li pone in essere. Senza poi considerare le tempistiche in cui vengono resi noti tali eventi, con il programma pubblicato solo qualche giorno prima dell’inizio di giugno (alla faccia della promozione turistica), con il ‘grande ospite’ del concertone finale comunicato solo a ‘festa inoltrata’.  Certo, ci sono state serate emozionati (dalla musica dei gigli in concerto all’esibizione di Placido) ma non inserite in un contesto generale (ah la programmazione, questa sconosciuta!!!) hanno reso poco o nulla.
Tralascio sull’incapacità della Fondazione (e degli organi preposti) di far rispettare regolamenti e regole di qualche tipo, come preferisco evitare il discorso su orari, ritardi e sanzioni. Di sicuro però credo che, dopo il sigillo Unesco, il “nodo da sciogliere” riguarda la Fondazione Festa dei Gigli.
A prescindere, dunque, dal fatto che la festa finisca o no alle 8 di mattina o dal numero di girate effettuate a via San Paolino, ritengo la classe politica e l’amministrazione comunale (ma anche noi cittadini) debbano interrogarsi sulla Fondazione Festa dei Gigli. A cosa serve? A tutelare la festa? A promuoverla? Ad organizzare il giugno nolano o solo i ‘tre giorni clou’? Dopo, e solo dopo, aver dato un risposta a questi interrogativi, cominciare a nominarne i membri del cda della suddetta Fondazione. A parer mio quelli attuali non sono affatto adatti al compito che sono chiamati a svolgere (anche se ancora non è chiaro quale debba essere). Ritengo che la Fondazione debba essere affidata a dei manager (magari in promozione turistica, o dei beni culturali), stipendiati (magari con bonus a obiettivo) e valutabili in base a risultati concreti, traguardi raggiunti. E soprattutto in grado di programmare a medio-lungo termine (senza dimenticare la capacità di attirare fondi e capitali da privati) e rendere il “marchio Unesco” vero portatore di crescita culturale e sviluppo economico per il territorio nolano.
Esempio Pomigliano Jazz. Dal nulla (ma proprio il nulla), in meno di venti anni sono diventati un’eccellenza culturale della Campania, riuscendo a proporre ad una manifestazione di spessore internazionale. A dimostrazione che non serve il sigillo Unesco per dare vita a qualcosa di importante e che, soprattutto, porti crescita e ricchezza per l’intero territorio. Copio e incollo dal sito ufficiale (http://www.pomiglianojazz.com/festival/):  “Per 18 anni consecutivi, Pomigliano Jazz ha contribuito alla crescita culturale, sociale ed economica del territorio coinvolgendo oltre 635.000 spettatori, molti dei quali alla prima esperienza con il jazz ed altre musiche d’oggi. Oltre 3.700 tra artisti, operatori del settore e giovani cittadini alle prime esperienze lavorative sono stati coinvolti nell’organizzazione. Oltre 5.200 i partecipanti agli itinerari turistici ed enogastronomici tra i sentieri del Parco Nazionale del Vesuvio e del Parco Naturale Regionale del Partenio, i palazzi e i borghi medioevali di Ottaviano, Somma Vesuviana, Pollena Trocchia e Sant’Anastasia, i siti archeologici di Castellammare di Stabia, Cimitile, Pollena Trocchia, Somma Vesuviana e Avella (e Nola, manca Nola, NdA). Oltre 4.600 i bambini, i ragazzi e gli adulti che hanno finora partecipato alle guide all’ascolto del jazz, con giornalisti e musicisti; ai seminari di educazione al ritmo, con il contributo di percussionisti d’eccezione; ai workshop professionali, rivolti ai giovani musicisti; ai laboratori creativi, destinati ai più piccini, legati ai temi del riciclo: tutti appuntamenti gratuiti, senza limitazioni di accesso, programmati non solo in occasione della kermesse estiva ma anche durante l’anno, in collaborazione con istituzioni educative e scolastiche”… Il tutto alla faccia dell’Unesco, del giugno nolano, di Raf, del concertone e di Made in Sud… E scusate se è poco. Senza dimenticare che loro un direttore artistico (ATTENZIONE, messo lì da politica e – udite udite – non c’è nulla di male se questo PRODUCE RISULTATI) ce l’hanno e le cose le fa funzionare a dovere.
E mentre a Nola si discute di multe, pene accessorie, opere di bene, di chi vince e chi perde, di girate e trottole, di chi sale e chi scende, a Pomigliano e in altri centri fanno musica e cultura (ma no a chiacchiere o a slogan), creano ricchezza per l’intero territorio. E a me, da nolano, un pochino brucia il mazzo a vedere nel programma inserite anche Avella, Cimitile, Ottaviano, Sant’Anastasia, Somma Vesuviana e Pollena Trocchia (avete letto bene, proprio Pollena Trocchia)… ma niente Nola. Che dire,  forse l’avranno dimenticata o c’è stato un errore nei programmi… Ma tanto a noi cosa interessa, abbiamo la millenaria festa dei Gigli, e l’Unesco, e le girate e la Fondazione e il giugno nolano… Allora a che ci serve il Pomigliano Jazz Festival? Con quello mica ci possono fare gli ‘emendamenti’ in parlmento e farseli pure bocciare (e tutto per una ‘mangiata’ di euri)… Quella non è cultura. E poi lo sanno tutti: con la cultura non si mangia mica... 

PS. Non piangete per noi, SIAMO GIA’ MORTI… un colibatterio fecale gigante ci seppellirà tutti (in un mare di merda)…


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