lunedì 5 giugno 2017

Il Nola Città dei Gigli ad un passo dal sogno 'scudetto': analisi politically uncorrect di una sconfitta



Se un poco poco è bruciato il mazzo a me che non sono certo un grande appassionato, non oso neppure lontanamente immaginare il senso di frustrazione (e rabbia, e amarezza, e…) di chi ci mette anima (e corpo) per uno sport ‘minore’ che, almeno per una volta, avrebbe potuto regalare una gioia.
Provando ad andare oltre le frasi e le dichiarazioni di circostanza dell’immediato dopo gara, basta guardare qualche istantanea scattata ai protagonisti per percepirne lo stato d’animo.

La doppia finale, maschile e femminile, persa dal Nola Città dei Gigli nel campionato italiano di sitting volley ha, un po’ per tutti, il sapore amarissimo del fiele. Almeno per me (e sicuro non sono il solo). Perché per una volta avevo sperato in una vittoria importante e di un certo livello (e che livello) per quella che considero un’eccellenza sportiva del territorio. E che ho imparato a conoscere (certo, non è tutto oro quello che luccica… ma almeno argento).

Purtroppo anche questa volta (come in passato per altri sport) la regola tutta nolana del “se non ce la fa la spalla ci pensa il cuore” non è bastata. E alla fine ti ritrovi con in mano il più classico dei pugni di mosche. Il secondo è solo il primo degli sconfitti. Da ciò non si sfugge.

E allora, dopo le dichiarazioni politically correct, è necessario che si vada fino in fondo alla ricerca delle motivazioni di questa doppia sconfitta.

Di certo Missaglia e Pisa sono due corazzate. Ma pure il Nola Città dei Gigli lo è. Basti pensare che nel 2015 fu una rappresentativa campana a vincere una sorta di primo campionato nazionale (in fase sperimentale). Rappresentativa che per gran parte formava l’ossatura del Nola Città dei Gigli. In due anni però il “Nord” (nello specifico Missaglia –lombarda - e Pisa - toscana) è stato capace di azzerare il gap tecnico-temporale. Come hanno fatto? Semplice: con strutture adeguate e, soprattutto, in piena disponibilità (o almeno in particolari periodi dell’anno, tipo quando ti giochi una finale scudetto ‘storica’).

Ecco il dunque: la carenza di strutture adeguate a disposizione ti pone un gradino sotto gli altri. Di sicuro un gradino sotto realtà sportive di altre regioni (sicuro da Roma in su). E, c’è da scommetterci (giocatevi pure la casa, se l’avete) che l’anno prossimo il divario sarà ancora più ampio.
Non sono in vena di polemiche gratuite, ma la nostra città già tiene un Palazzetto che fa quasi schifo e una mezza palestra (perché è intera… figurarsi) poi uno deve pure trovare spazio e tempo adeguati per allenarsi. Ma di cosa stiamo parlando?

Non voglio infierire (ah ah ah) e quindi non dico nulla sulle difficoltà durante due settimane di preparazione in vista della finale scudetto, ma il problema delle strutture sportive a Nola c’è. Per gli sport minori come in quello maggiore (la questione Stadio va avanti da un decennio e non sembra vicina una soluzione immediata).

E allora ti ritrovi una buona realtà sportiva locale, come il Nola Città dei Gigli, che non potrà mai esprimere realmente le proprie potenzialità, restando sempre e soltanto relegata in un confine locale-regionale (insomma come il Nola 1925).

Stiamo parlando di una società che, per quanto riguarda il settore giovanile femminile è punto di riferimento in provincia (ad anni alterni vince il campionato) e in regione (le final four sono un appuntamento annuale tanto da non fare neppure più notizia). Di una società che, qualche anno fa, è riuscita a disputare le final eight nazionali confrontandosi con realtà quali Bergamo e Ravenna. Nonostante questo il salto di qualità non arriva mai. 

Questo discorso si potrebbe fare anche per altre realtà (il calcio innanzitutto) ma sembra fiato sprecato.

In attesa accontentiamoci dei 500mila e passa euro stanziati per il Palazzetto dello Sport in bilancio da qualche anno a questa parte (vi prego non ridete) e dei 700mila euro prima e 500mila euro poi per lo stadio Sporting club (giuro non racconto barzellette). 

Il tutto in attesa dei campi di calcetto del complesso Sporting Club che non esistono ma che per giocarci sopra devi pure pagare una tariffa all'ente preposto (Comune di Nola).

P.S. Non ho voluto mettere il carico parlando di sport e inclusione e disabilità. Ho imparato a trattare tutti alla pari, almeno nello sport.
P.S.2 La scaramanzia prima di tutto (il post del sogno, ma comme se fa, comme se fa). Non oso immaginare se chiamavate la banda (immagino una cosa tipo gara sospesa per inferiorità…)

Finali Sitting Volley. Foto di gruppo Nola Città dei Gigli.

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