Secondo i piani dell’amministrazione comunale nel 2015 si
sarebbe dovuti essere operativi. Ed invece il progetto “cento telecamere” restò
fermo al palo.
CORREVA L'ANNO. Quella
delle videocamere di sicurezza è una vicenda che in città va avanti da quasi un
decennio. Per essere precisi, dal 7 agosto 2009. In quella data infatti l’ente
di Piazza Duomo stipulò un contratto con l’Ati
Siemens-Selcom per “realizzazione, fornitura e messa in funzione di un
sistema di videosorveglianza” al costo di circa 225mila euro (iva compresa). La copertura economica finanziata da
un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti (200mila euro circa) e la restante
parte da fondi reperiti dal Bilancio Comunale.
I lavori vennero completati 3 anni dopo. A fine 2012
infatti, dopo aver ricevuto un primo acconto “di 127mila euro proprio per accelerare i lavori” (fonte il cazziblog),
vennero ultimati i lavori. Per l’operatività mancava soltanto il collaudo dell’ufficio
tecnico che però non arrivò mai. Tanto che l’Ati Siemens-Selcom citò in
giudizio il Comune di Nola richiedendo la seconda trance della somma per i
lavori effettuati e conclusi. Come andò a finire? Che il Comune di Nola
presentò opposizione, ma il giudice “concesse la provvisoria opposizione di
decreto ingiuntivo all’Ati Siemens-Selcom” (fonte il cazziblog) che venne
legittimata a richiedere il pignoramento.
LA VIDEOSORVEGLIANZA NON FUNZIONA MA… Sempre, da alcuni quotidiani online locali, si apprende che già
nel 2012 la centralina dell’impianto di videosorveglianza era funzionante,
nonostante la mancanza di collaudo. Non solo, in un episodio di cronaca
avvenuto il 16 marzo 2012, proprio l’utilizzo
delle telecamere del sistema di videosorveglianza (pare ne funzionassero 19)
risulterà rilevante alla soluzione del caso. Dal portale marigliano.net si
legge che “le immagini provenienti dai diciotto punti in funzione, sono
perfettamente fruibili e vengono costantemente e quotidianamente monitorate, tanto
che, le Forze dell’Ordine hanno già acquisito e continuano ad acquisirle, ogni
qualvolta se ne presenta l’esigenza”.
MARZO 2014: IL NUOVO PROGETTO. A venire incontro al Comune
di Nola (e a quello di Saviano) ci pensa la Regione Campania, all’epoca
amministrata dalla giunta Caldoro. Viene approvato il programma “Aladeja per terra madre” che finanzia con
circa 400mila euro il progetto dell’amministrazione Biancardi che prevde “un
sistema di videosorveglianza con la possibilità di accesso al rilevamento satellitare,
oltre che un corpo di vigilanza formato ad hoc, completano l’iniziativa che
vale 400mila euro”. (fonte videonola.it)
ANNO 2016: LA SVOLTA?
Con determina dirigenziale n. 220 del 17 novembre 2016 viene approvato il
capitolato tecnico per “la realizzazione
di un impianto di videosorveglianza con controllo automatico della lettura
targhe con ocr e contestuale determinazione a contrarre mutuo con la cassa
depositi e prestiti”. Di conseguenza un’opera inerente la ztl ma che col
sistema di videosorveglianza ha poco da vedere. Per l’occasione, si determina
autorizzazione a contrarre mutuo di 500mila
euro.
ANNO 2017: SUL COMUNE SVENTOLA BANDIERA BIANCA. E’ di oggi la notizia appresa dai social che Geremia Biancardi ha “rafforzato le
attività per stanare gli incivili. Tre agenti della polizia locale, insieme con
gli operatori ecologici, stanno aprendo i sacchetti dei rifiuti per dare un
nome ed un cognome agli incivili. Non faremo sconti, faremo le multe. I
cittadini che rispettano le regole vanno tutelati così come la nostra città.
Scattate foto dei trasgressori e segnalatele anche su questa pagina”. Dunque
addio sogno di videosorveglianza e tutela ambientale. Tre agenti della pulizia
municipale sostituiranno “le guardie ambientali” (ve le ricordate? Che fine
hanno fatto?). Per il resto si demanda tutto agli smartphone dei cittadini.
Attenzione cittadini incivili: il nemico potrebbe nascondersi dietro uno
smartphone.
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