Quella che vi appresto a raccontare è una storia da farci un
film. Una storia che, in una città normale quale Nola non è, farebbe saltare
qualche testa. E qualcuno magari potrebbe pure pensare alla dimissioni. Gli ingredienti
per lo scoop ci cono tutti: disagi per bimbi e per le loro famiglie, sperpero
di denaro pubblico con conseguente danno erariale, incompetenze tecniche e
dirigenziali, responsabilità politiche.
Ma questo è il fatto, statemi a leggere.
Partiamo dalla fine.
Nella giornata di ieri l’Asl impone la chiusura delle aule nel seminterrato
dell’istituto Bruno-Fiore in via Puccini, dove sono ubicate le classi V del II
Circolo Didattico Sanseverino (la Ciccone per i profani). La motivazione è
grave: “il piano seminterrato dell’edificio ha meno del 50% del perimetro
completamente fuori terra e quindi gli ambienti, ai sensi del D.M. 18/12/1975* NON POSSONO ESSERE ADIBITI AD AULA”. In
teoria uno potrebbe pure turarsi il naso, se non fosse che i locali in
questione erano stati recentemente ristrutturati proprio per consentire di
essere utilizzati come aule.
200mila e passa euro
(nel wc). Tanto sono venuti a costare i lavori effettuati a luglio 2017 in
fretta e furia. Soldi che, a questo punto, sono serviti praticamente a nulla.
Visto che i locali non possono essere utilizzati per ospitare delle aule. Eppure
nessuno si è accorto di questa palese violazione al D.M. 18/12/1975, tanto che
in data 17 ottobre, con determina dirigenziale n. 343 del 13/11/2017 (vedi
allegato e immagine) l’ufficio tecnico del Comune di Nola dava parere positivo
sulla regolarità dei lavori effettuati. Ebbene si, non è affatto uno scherzo. Le
aule sono pronte per ospitare i bambini. Grida di giubilo e osanna.
Ora, lo so che è difficile crederci, ma abbiamo (perché i soldi
pubblici sono di tutti noi) speso 200mila e passa euro in lavori per delle aule
che però non sono idonee ad ospitare bambini. I nuovi locali NON SONO IDONEI AD ESSERE ADIBITI AD AULE. Il tutto per 200mila e passa euro. Senza parole.
Ora, chi pagherà per
tutto questo? Difficile dirlo o almeno pensarlo. Di certo non potranno dare
la colpa al governo. Qualcuno dovrebbe dimettersi (non sia mai sempre a Nola stiamo), qualche testa dovrebbe saltare. A pagare però saranno i più deboli e meno tutelati: i bambini. Molto
probabilmente pure i più piccoli. Quelli dell’asilo. Infatti, i più piccini
attualmente sono ospitati (gratuitamente? O pagando passamila euro al Comune di
San Paolo?) presso delle aule del Comune di San Paolo Bel Sito. Con molta
probabilità le loro aule saranno prestate ai bambini delle classi V. E quindi,
almeno fino a luglio, i più piccoli dovranno andare a scuola a San Paolo. A
meno che a San Paolo non verranno dirottati i più grandicelli (quelli delle
classi V).
Cronolvergognologia.
Ad ottobre 2014, causa locali insalubri (ancora l’ASL), le aule nel plesso
Minieri vengono dichiarate non idonee. Dopo un mese circa di doppi turni, un
accordo tra le dirigenti del II Circolo e dell’istituto Bruno-Fiore si trova l’accordo:
i bambini verranno ospitati al piano terra dell’istituto Bruno-Fiore. Causa però
aumento delle iscrizioni, l’amministrazione comunale viene avvisata che quelle
aule verranno presto destinate ad altro uso. Con tempi pachidermici l’amministrazione
comunale si muove. Programmando i lavori di cui sopra. In questo ambaradan ci
sta di mezzo pure l’Albertini, che utilizza (pagando tramite la città
metropolitana) alcune aule al piano terra dell’Istituto Bruno-Fiore. Ultimati i
lavori di cui sopra (quelli dei 200mila euro), il sindaco emana un’ordinanza
che obbliga l’Albertini ad utilizzare le aule del seminterrato. La dirigente
però se ne frega. Il sindaco Biancardi fa sentire la sua voce e nel seminterrato ci vanno
i bambini delle classe V. Fino a ieri. Nel frattempo crolla un solaio alla
Ciccone (per fortuna di notte) e quindi in fretta e furia gran parte degli
alunni sono costretti ad emigrare a San Paolo Bel Sito (yahoo).
*Il D.M. 18/12/1975 recita testualmente al punto 3.0.1. “Sarà
consentito ubicare a piani seminterrati
solamente locali di deposito e per la centrale termica o elettrica; non
saranno considerati piani seminterrati
quelli la cui metà del perimetro di base sia completamente fuori terra”
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