Il calcio e il volley. Due universi paralleli dello sport distanti
anni luce ma che talvolta potrebbero pure incontrarsi. Per caso o per uno
strano scherzo della beffarda divinità Eupalla. Diciamo su una spiaggia della
Calabria. E magari fidanzarsi e dopo tre anni sposarsi pure. Come Alessandra D’Alessio e Raffaele Poziello. Lei gioca nel Nola Città dei Gigli e sta lottando per
la promozione in serie B, lui corre e suda con il Campania Ponticelli (all’anagrafe
Frattese) in serie D alla ricerca di una salvezza non facilissima.
Alessandra D’Alessio,
ruolo?
“Libero. Quando ho cominciato non indovinavo un colpo e mi
dicevano.. tu mettiti là dietro oì”
Raffaele Poziello?
“Trequartista. Ma ho giocato in tante posizioni. Mezzala,
attaccante esterno, ala e mi è capitato pure di fare l’attaccante. Ho imparato
ad adattarmi. Però mi diverto di più a giocare dietro le punte. Ma è il mister
che decide e io cerco di fare del mio meglio a prescindere dal ruolo”.
Differenze che emergono da una semplicissima domanda. Le
storie di vita sportiva di Alessandra e Raffaele sono diversissime, come il
calcio e il volley. Lui sicuramente più schivo, pronto a dare spazio alla più
espansiva Alessandra. Quando incrociano gli sguardi però li vedi i cuoricini
che sprizzano dagli occhi di entrambi.
Come vi siete
conosciuti?
Alessandra: “Aeee…
In spiaggia in Calabria. Entrambi eravamo lì solo per un giorno. Quasi per
caso. Anche se lui oggi è ancora convinto che io abbia detto a mio nipote di
chiedergli se voleva giocare a pallone con lui…”
Raffaele ride….
Cenzo pensa che secondo me Raffaele non tiene ragione, di
più.
Sempre parlando di cuoricini, Raffaele lo ritrovi spesso
sugli spalti del Palamerliano. Chiacchierando vengo a sapere che spesso segue
Alessandra anche in trasferta.
Ma avevi
mai seguito una partita di pallavolo dal vivo prima di conoscere lei?
“No mai. Al massimo la nazionale in tv alle Olimpiadi”.
E tu Alessandra,
avevi mai seguito dal vivo una gara di ‘calcio minore’?
“No no. E ammetto che ogni volta che lo vedo giocare mi
sento male dall’ansia. Vorrei sempre il meglio per lui”.
Differenze tra i ‘due
spalti’ ce ne sono…
Alessandra: “Nel
calcio l’atmosfera è senza dubbio più tesa. Lo avverti anche sugli spalti”
Raffaele: “Un poco
è vero… Sono sport diversi e questa differenza si avverte anche sulle gradinate”
E in campo invece…
Alessandra: “Lui
all’inizio mi chiedeva sempre ma perché vi abbracciate e urlate sempre…” (ride
tanto)
Raffaele: “E’
vero, questa cosa mi ha colpito tanto perché nel calcio come si potrebbe mai…
Però il calcio è uno sport di contatto mentre il volley no, e questo cambia non
poco le cose secondo me. L’aggressività, l’agonismo, la cattiveria agonistica devono
per forza essere interpretati diversamente….”
Alessandra: “Infatti
lui quando gioca esiste solo e soltanto l’obiettivo….”
Raffaele la
interrompe: “Pure se avessi di fronte mio fratello, nei 90 minuti farei l’impossibile
per batterlo. Poi quando finisce la partita si torna ‘normali’, ma prima sei un
avversario e a me piace sempre vincere…”
Solo questo…
Raffaele: “A me ha
colpito anche che, seguendola da tre anni quasi sempre, ho notato che nella
pallavolo chi è più forte vince praticamente sempre, nel calcio non è così. La possibilità
di risultati a sorpresa sono molto più frequenti…”
Alessandra: “Ma
anche i soldi…”
In che senso?
Alessandra: “Che
loro guadagnano molto molto di più. Non c’è proprio paragone, una roba tipo 1 a
10 e pure di più. Tanto è vero che lui quando mi ha conosciuta non ci credeva…
Raffaele ride: “E’
vero. Ricordo che dicevo ‘ma come, fai la serie B mica un campionato minore…’
(ride di nuovo). Un trattamento diverso
che non è proprio giusto credo. Siamo entrambi due atleti e facciamo dei
sacrifici anche se abbiamo tanta passione per quello che facciamo”.
E invece c’è
differenza nei gruppi? Nel senso che litigano più i maschi o le ragazze?
Alessandra: “No,
più noi… Assolutamente…”
Raffaele: “Non è
vero, non c’è differenza. Solo che il segreto di un gruppo e non far uscire mai
nulla all’esterno e forse questo siamo più bravi a farlo”.
Oltre allo sport fate
altro nella vita?
Alessandra: “Sono
laureata in economia e commercio e sto prendendo la specialistica. Poi lavoro
fino alle 18,30 per la Play Video Football, una società di Casoria che si
occupa di calcio giovanile… Una realtà molto molto interessante, con idee
innovative per promuovere i ragazzi che giocano a calcio…”
Raffaele: “Io per
adesso gioco a calcio…”
Alessandra: “Questo
è dovuto anche al fatto che guadagnano bene…” (ride)
Raffaele: “Non è
vero… Non è solo per questo. Noi ci alleniamo di più, siamo impegnati cinque
giorni a settimana per parecchie ore e poi c’è la partita…”
Alessandra cosa hai
imparato da Raffaele atleta?
“La mentalità. Lui si comporta come un professionista. E’,
come si dice, mentalizzato… A cominciare dall’alimentazione pre partita, tipo
riso e proteine senza mai sgarrare ad arrivare all’atteggiamento in partita e
in allenamento. Diciamo che per lui non esistono pause ed è tutto finalizzato
allo sport. Per esempio da quando stiamo insieme non esiste che ci si prenda
una giornata di pausa che so… per andare al mare…”
E tu Raffaele?
“L’umiltà. Come atleta ho imparato da lei che l’umiltà è
fondamentale, non devi mai sentirti arrivato. Alessandra è consapevole dei suoi
limiti ma lavora per superarli….”
Come avete cominciato…
Alessandra: “Io tardi, tardissimo. A 18 anni. Mi trascinò
mia cognata. Ero proprio una schiappa, la palla non la colpivo neppure. Ancora
mi domando come ho fatto e come faccio a stare qua…”
Raffaele: “Io ho
cominciato con la scuola calcio “Ciccio Foggia”, poi sono andato nelle
giovanili dell’Avellino e poi ho girato tanto. Con la Sibilla in serie D quando
arrivammo secondi, poi in Molise, in Puglia… Ho girato molto tra C e D”.
Alessandra hai
cominciato tardissimo…
“Si infatti. Prima ho fatto ginnastica artistica… Con le
capriole almeno tutt’appost… Poi ho dovuto imparare tanto. Tantissimo. Ho
rubato tanto dalle compagne di squadra. La mia più grande fortuna è stata
quella di giocare sempre con grandi campionesse. Ho comunque fatto tutta la
gavetta. Ho cominciato dalla Seconda Divisione e sono riuscita a vincere pure
un campionato di serie B. Guarda se solo ci penso… All’inizio ero veramente
indecente, poi sono cresciuta anno dopo anno. Merito anche delle compagne con
cui ho giocato. Dora Sollo, ad esempio, è una guerriera. Caratterialmente è
tostissima. Luciana Lauro, schiaccia con la forza di un uomo. Margherita
Cozzolino… Bello e buono io a giocare con loro. Sono stata fortunatissima. Poi Valeria
Ricciardi. E quest’anno con Elena e Anna. Cioè io che gioco titolare in mezzo a
loro che hanno vinto scudetti e giocato e vinto in Europa…”
Raffaele e tu chi
giocatore ricordi…
“Vabbè, Tommaso Manzo è un campionissimo. Uno che ha segnato
oltre 300 gol in carriera e ha cominciato a farlo tardi. Impressionate guarda. Ero
ragazzino e giocare con lui… Mamma mia. Poi Checco Ingenito… gente che in
quelle categorie faceva la differenza sempre”.
Alla fine a Nola,
come ti trovi?
“Benissimo, nulla da dire. Luciano già lo conoscevo, con le
ragazze mi trovo benissimo. Sono arrivata tardi e piano piano sono riusciti ad
inserirmi. Davvero mi trovo benissimo. Società, compagne…”
E l’anno prossimo?
Cioè, se rimarrai magari riusciamo a mettere una buona parola pure per Raffaele.
Se resta mister Liquidato magari ci parlo io (ovviamente scherzo eh mister… a capa mia sotto
i piedi vostri)
Alessandra: “Sarebbe
bello giocare entrambi a Nola, non lo nego. Bellissimo…” (veramente ha detto “foss o ciel)
Raffaele: “Nola è
una bella piazza. Di quelle storiche. Ho visto che sta facendo benissimo,
soprattutto nel girone di ritorno è andata fortissimo. Conosco Schioppa, Mimmo
Olivieri, Zaccaro. Dovrei scendere di categoria, non ho mai giocato in
Eccellenza, mai dire mai… O magari… Che ne sai”.
O magari…. (e considerando che li ho sentiti prima della
sfida col Cervinara…)
E magari…non succede, ma se succede invitiamo pure Ciro
Poziello, difensore dell’Ercolanese. Perché come si dice, mai separare le
famiglie…
Alessandra D'Alessio, libero del Nola Città dei Gigli |
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